Riduzione dei bonus edilizi 2025: possibile penalizzazione per una casa su tre
Nel 2025, le nuove regole sui bonus per le ristrutturazioni porteranno una diminuzione delle detrazioni fiscali per molti interventi. Un terzo dei lavori sarà soggetto a una detrazione del 36% invece del 50%, penalizzando in particolare immobili non utilizzati come abitazione principale, come seconde case, residenze per vacanze o affittate. Questo è quanto emerge dai dati del Caf Acli. Anche una parte degli interventi sulle prime case rischia di essere colpita, poiché il bonus del 50% sarà limitato a chi ristruttura una casa già dichiarata come residenza principale.
Chi resta escluso
Le nuove norme lasceranno fuori alcune categorie di proprietari e utilizzatori: inquilini, titolari della nuda proprietà, comodatari e familiari conviventi, che finora potevano usufruire del bonus. Secondo l’analisi dei modelli 730 del 2024, il 33,7% delle detrazioni attuali riguarda immobili che, con la riforma, non avranno accesso alla detrazione più alta, aumentando le difficoltà per molti contribuenti.
Impatto sul mercato immobiliare
Questi cambiamenti potrebbero avere effetti significativi sulle ristrutturazioni e sulle vendite di immobili. Molte case diventano abitazioni principali solo dopo il completamento dei lavori, ma in futuro queste situazioni non saranno più agevolate. Confedilizia propone un adeguamento delle regole, consentendo di accedere al 50% delle detrazioni con l’impegno di trasferire la residenza entro un determinato periodo dopo l’avvio dei lavori.
Rischio di un ritorno al passato e aumento del lavoro sommerso
Le previsioni indicano che le restrizioni, unite a limiti di reddito per accedere ai bonus, potrebbero ridurre drasticamente i lavori incentivati, riportandoli ai livelli del 2011, quando la detrazione era del 36% per tutti gli interventi. Inoltre, l’erosione degli incentivi rischia di favorire una crescita dei lavori in nero, aggravando ulteriormente la situazione.
Questa contrazione dei benefici fiscali potrebbe rallentare gli investimenti in edilizia, indebolendo un settore che ha avuto un ruolo centrale nel sostenere l’economia durante gli anni di crisi.