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Affitti brevi: partenza del codice unico dal primo settembre

Affitti brevi: partenza del codice unico dal primo settembre

A seguito di un compromesso tra Stato e Regioni, sollecitato dal decreto del Ministero del Turismo in materia di interoperabilità delle banche dati delle strutture ricettive, il primo settembre sarà attivata una piattaforma unica a livello nazionale. Tale banca dati fungerà da maxi-archivio per una efficace gestione centralizzata degli affitti brevi, permettendo dunque un dialogo facilitato tra le 21 piattaforme locali e la banca dati nazionale.

Le regioni dovranno trasmettere dalle proprie banche locali i dati relativi ad ogni struttura ricettiva ed immobile destinato alle locazioni brevi. Una conseguente verifica, ed eventuale correzione, da parte dei titolari di tali strutture sarà fondamentale, così da attestarne la veridicità. Una volta esaminate tutte le documentazioni, sarà emesso il codice identificativo, il quale avrà una versione provvisoria (Cin 1) ed una definitiva (Cin): in questo modo, per la prima volta, tutti i software regionali saranno in grado di dialogare con il ministero del Turismo. Pertanto, il Cin rappresenterà un’evoluzione dei codici regionali, i quali presenteranno un suffisso aggiuntivo e saranno più interconnessi. 

Tale accordo verrà formalizzato nel mese di maggio, dando il via, in primo luogo, ad una fase sperimentale. Sull’argomento, la ministra del Turismo Daniela Santanchè ed il coordinatore ed assessore abruzzese Daniele D’Amario hanno evidenziato la rilevanza di tale compromesso, tenendo tuttavia in considerazione la complessità dell’operazione.

Terminata la fase sperimentale, il via alla banca dati sarà attestato ufficialmente attraverso la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale e nel portale del ministero del Turismo. La pubblicazione avverrà, dunque, entro il primo settembre prossimo e, una volta trascorsi 60 giorni, entrerà pienamente in vigore. Indubbiamente, il mancato rispetto della normativa condurrà a sanzioni fino a 8mila euro in caso di affitto di un appartamento senza Cin o 5mila euro in caso di mancata pubblicità negli annunci; in questa fase, i titolari delle strutture potranno integrare i dati e correggere eventuali errori.